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VIAGGIARE IN BHUTHAN

Un viaggio in Bhutan, un’esperienza per pochi eletti.

Prima del 1974, nessun turista aveva mai messo piede in Bhutan. Oggi, una media di circa 750 italiani ha il privilegio di visitare ogni anno questo meraviglioso regno himalayano. Chi non si scoraggia durante i preparativi preliminari della partenza (il visto da ottenere tramite un’agenzia di viaggi italiana) e per gli alti costi del soggiorno sarà ricompensato da un’esperienza davvero unica.  Ciò che più di ogni altra attrazione rende questo paese una meta speciale è l’autenticità della sua gente. Qui, infatti, la maggior parte degli abitanti indossa ancora regolarmente il gho o la kira, rispettivamente la versione maschile e femminile degli abiti tradizionali. Se ormai quasi ovunque altrove impazza la mania delle vacanza “social” (con post in diretta dai luoghi di villeggiatura più improbabili), in Bhutan la televisione è arrivata nel 1999, il cellulare è un optional riservato a pochi numeri e la felicità interna lorda è considerata più importante del Pil. All’interno dei numerosi itinerari disegnabili sul suo territorio, alcune tappe sono imperdibili. Si parte dalla scoperta dell’architettura tipica, con lo dzong (antico centro amministrativo e religioso) Rinpung di Paro, set del film di Bernardo Bertolucci “Il Piccolo Buddha”, per poi esplorare i celebri lakhang (templi) di Lama Kunley (dedicato alla fertilità) e Chimi. Per i camminatori, poi, è d’obbligo la ripida salita di circa due ore, testata sul campo, al Tiger’s Nest (Taktshang Monastery), il monastero buddista “simbolo” del Paese, scenograficamente abbarbicato a nido d’aquila sulla valle di Paro.

Molti, inoltre, sono i motivi specifici che spingono i viaggiatori ad optare per questa destinazione: gli appassionati di folclore si danno appuntamento ad ottobre per il tshechu (festival) di Thimphu, il più importante evento della capitale, mentre i collezionisti d’arte e d’artigianato tradizionale s’innamorano dei thangka (dipinti religiosi) della Buddha Handicraft di Paro e dei tessuti in mostra al National Textile Museum di Thimphu. Collocati in due punti strategici per visitare le splendide vallate di Paro e Punakha, i lussuosi resort targati COMO o i nuovissimi SIX SENSES, infine, offrono il top dell’accoglienza per vivere a pieno l’incredibile atmosfera bhutanese. Tra rilassanti bagni con le pietre roventi, cene a lume di candela a base di piatti tipici e panorami mozzafiato sulle foreste e i campi coltivati, ci si sente trattati come la giovanissima coppia reale formata dal re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck e dalla bella regina Jetsun.

Per finire, ecco alcune curiosità che questo incredibile paese riserva ai suoi visitatori. In Bhutan non esistono semafori, “sostituiti” da eleganti vigili in carne ed ossa con i guanti bianchi, sul territorio si producono ben 10.500 tonnellate di peperoncino all’anno, in tutto il suolo nazionale (dal 2004) sono vietati il consumo e la vendita di tabacco. Per raggiungere quest’angolo di paradiso stretto tra Cina e India, grande poco più della Svizzera e con appena 700.000 abitanti.

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